“T.S. Eliot famously said, ‘Dante and Shakespeare divide the modern world between them; there is no third.’ While Dante is still rigorously read in Italian schools, most English-speaking countries limit themselves to a bit of the Inferno in Western literature courses, if at all. Approaching Dante for the first time can be daunting, especially since some knowledge about his life and times is essential for understanding the poem. Fortunately, there is no shortage of excellent books on the subject to help make the journey easier and more enjoyable.” [. . .] –Alexandra Lawrence, The Florentine, March 5, 2021.
The Florentine, “Make Like Dante: Everything You Need To Write Something Epic”
“Before you plunge into your own artistic endeavor, perhaps you’d like to learn more about the man himself. Alexandra Lawrence’s The Divine Dante online course hosted by The British Institute is a six-week guided reading of Dante’s epic work, expertly delivered to make the overwhelming text more manageable and casting light on the many layers of meaning. Starting on March 9, details can be found at theflr.net/divinedantebi. Already made your way through the three canticas? Alexandra is also running Dante and the Visual Arts, a three-session course looking at artistic culture during Dante’s day and how it made its way into his work. The classes will be held on March 11, 18 and 25, providing a visual feast to accompany your deep dive.” [. . .] –TF x, The Florentine, March 3, 2021.
Luigi Garlando, Vai all’inferno, Dante! (2020)
“A Firenze c’è una sontuosa villa cinquecentesca, la Gagliarda, residenza dei Guidobaldi e sede dell’impresa di famiglia. È lì che vive Vasco, quattordici anni, un bullo impenitente abituato a maltrattare professori, compagni e famigliari. A scuola Vasco fa pena, in compenso è imbattibile a Fortnite, progetta di diventare un gamer professionista e ha già migliaia di follower. Perché Vasco è così, sa di essere in credito con la vita e di avere diritto a tutto. Finché un giorno, a sorpresa, viene battuto da un avversario che si fa chiamare Dante e indossa il classico copricapo del Poeta. ‘Oh Guidobaldi, becca Montaperti! Or mi conoscerai, vil ghibellino. Ben ti convien tenere gli occhi aperti’ chatta il misterioso giocatore. Ma chi è? E perché parla in versi? Appena può, Vasco torna in postazione e cerca la rivincita per umiliarlo come solo lui sa fare, senza sapere che la più esaltante e rivoluzionaria sfida della sua vita è appena cominciata.” —Libreria Pino website
“Così nasce una lingua, l’intervista a Giovanna Frosini su come Dante inventò l’italiano”
“La figura di Dante come forgiatore e fabbro della lingua è veramente affascinante. Ci sono parole molto colte e dotte, per esempio, in apertura del Paradiso, trasumanare, cioè superare i limiti della condizione umana, proprio come Dante stava sperimentando in quel momento. C’è, poi, una serie di composizioni. Faccio due esempi, a partire dello stesso meccanismo, che ora descrivo: si parte da un sostantivo, si fa un verbo e, eventualmente, ci si aggiunge un prefisso. Questo meccanismo è lo stesso che usiamo anche noi oggi: cliccare deriva dal sostantivo (onomatopeico) clic, chattare dal sostantivo chat, e così via. È uno di quei meccanismi che nella nostra lingua funzionano nella formazione delle parole, aldilà del tempo. Nell’Inferno, quando si parla dei diavoli che prendono coi loro uncini i barattieri, Dante adopera una serie di verbi, il più strepitoso dei quali è forse arruncigliare, che viene da runciglio, ossia uncino. Il bello di parole come queste è che sintetizzano, in una sola formazione verbale, il senso di un’immagine. Questa è la forza del poeta, che sa concentrare nelle parole un intero concetto e un’intera immagine.” [. . .] –Giovanna Frosini, Frederico Pani, January 9, 2021.
Victoria Ocampo, Autobiografía II: La rama de Salzburgo (1980)
“Victoria utilizará también una serie de referentes literarios, teniendo siempre como principal a la pareja Francesca y Paolo, dos amantes que aparecen en la Divina Comedia en el Canto V del Infierno. Dante habla con ellos y siente gran compasión por su amor, de modo que entabla un diálogo con ellos – algo que el autor no hace con casi nadie de los personajes en los tres libros. Asimismo, habla de Marcel Proust, Virginia Woolf, Jane Austen, Emily Brönte, entre otros.” –Review on El buen librero (August 8, 2014)
Ocampo also published De Francesca à Beatrice, a commentary on Dante’s Divine Comedy, in 1923.
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