“La Mortaccia è un testo in prosa diviso in due canti e costituisce la riscrittura dei primi tre canti dell’Inferno dantesco. Il testo, datato 1959, è stato pubblicato nel 1965 all’interno della raccolta Alì dagli occhi azzurri. I due frammenti, preceduti da un breve prologo, narrano la vicenda di Teresa Macrì che, perdutasi nella borgata in cui esercita la professione di prostituta, viene condotta da Dante Alighieri sulla soglia del carcere di Rebibbia.
“È una visione analoga a quella dantesca, ricalcata su quella. Al posto di Dante una prostituta che ha letto, in vita, la Commedia a fumetti e ne è rimasta particolarmente colpita; dal canto suo nella Mortaccia Dante è trasformato in un novello Virgilio che parla come Gioacchino Belli ed è marxista. Dunque all’inferno la prostituta trova padre, madre, parenti, sfruttatori, colleghe, invertiti da un lato; e dall’altro lato trova i personaggi più noti della cronaca e della politica contemporanea. […] Quanto agli altri personaggi poi avremo delle vere e proprie sorprese… Stalin sarà al posto di Farinata, Gadda fra i golosi, Migliori e Tupini fra i lussuriosi, i dorotei sotto la cappa dorata degli ipocriti, Moravia nel limbo dei virtuosi non battezzati… li ritroveremo tutti, prima o poi, i personaggi più in voga del mondo contemporaneo; e nella bolgia dei ladri, come dicevo, gli scippatorelli di Panigo che racconteranno la loro storia.” –Chiara Caputi, CUNY – Staten Island, Ph.D. candidate