“The real-life individuals Dante encounters in heaven and hell betray his political viewpoints. He opposed the aspirations of Pope Boniface VIII and longed for the Church to focus on the afterlife rather than earthly riches. Politically, he was nostalgic for the heyday of the Roman Republic, when leaders were loyal not to themselves but to the Republic.” — Tim Brinkhof, “Dante’s Divine Comedy isn’t only about religion. It’s a political statement.”, Big Think, July 4, 2023
“Defending Dante” by Alexander Lee
“In a statement earlier this week, the human rights group Gherush92 condemned Dante’s Divine Comedy as ‘offensive and discriminatory’, and called for it to be removed from the Italian school curriculum. According to the organisation’s president, Valentina Sereni, Dante’s masterpiece is replete with racist, anti-Semitic, Islamophobic, and homophobic sentiments which have no place in the modern classroom.
“Insofar as we are concerned with the use of literary texts in schools, this understanding of the relationship between the author’s intentional meaning and the reaction of the reader (student) suggests that works of literature should be studied principally as an adjunct to the cultivation and reinforcement of contemporary political and aesthetic views.” — Alexander Lee, “Defending Dante”, Project Syndicate, March 17, 2012
Un Dante di destra? Vignetta di Giannelli, Corriere della Sera (gennaio 2023)
Antonio Gramsci, Quaderni del carcere (1929-1935)
Scholars Marco Grimaldi and Milena Russo have argued that Dante’s works—especially his depiction of Cavalcante de’ Cavalcanti in Inferno 10—played pivotal role in the political philosophy of Italian Marxist Antonio Gramsci. Grimaldi and Russo gathered Gramsci’s Dante-related works in their edited collection Il canto decimo dell’inferno e altri scritti su Dante, published by Castelvecchi in 2021, the year of the seventh centenary of Dante’s death.
From the publisher’s website: “Dante è al centro degli interessi di Gramsci fin dall’inizio della scrittura dei Quaderni del carcere. La Commedia è uno dei libri richiesti subito dopo l’arresto; è dantesco uno degli «argomenti principali»; Dante è spesso associato a Machiavelli come rappresentante della corrente laica della letteratura italiana; la penultima nota è una riflessione sulla «quistione della lingua» a partire dal De vulgari. Ma all’interno dell’opera di Gramsci è possibile individuare un nucleo più definito che ruota attorno al canto decimo dell’Inferno e a Cavalcante Cavalcanti, padre di Guido, che prende avvio da uno scritto del 1918 e si concretizza in una sezione del Quaderno IV e in un gruppo di lettere. In tutte queste pagine – che qui si raccolgono – Gramsci usa Dante per riflettere su alcuni dei temi fondamentali dei Quaderni: il rapporto tra poesia e struttura, il ruolo degli intellettuali, la ‘popolarità’ della letteratura italiana.” —Castelvecchi Editore
Pier Paolo Pasolini, La Divina Mimesis (1975)
“[. . .] Ecco l’incipit de La Divina Mimesis: «Intorno ai quarant’anni, mi accorsi di trovarmi in un momento molto oscuro della mia vita. Qualunque cosa facessi, nella Selva della realtà del 1963, anno in cui ero giunto, assurdamente impreparato a quell’esclusione dalla vita degli altri che è la ripetizione della propria, c’era un senso di oscurità. Non direi di nausea, o di angoscia: anzi, in quella oscurità, per dire il vero, c’era qualcosa di terribilmente luminoso: la luce della vecchia verità, se vogliamo, quella davanti a cui non c’è più niente da dire».
“È un incipit terribile. Solitudine, aridità, vecchiaia, morte. Fine di ogni illusione. Non c’è più niente da dire. Il popolo vagheggiato da Pasolini non esiste più, è diventato piccolo borghese. La società contadina è stata spazzata via dal capitalismo globale. Il Potere non ha più volto, ci sono nuovi padroni, ma chi sono? L’omologazione completa, il conformismo totale, si fanno strada implacabili attraverso i media, in particolare la televisione. Moriremo di risate, l’intrattenimento al posto della cultura. Il consumismo sarà la nuova ‘ideologia,’ simpatica e tollerante per finta, totalitaria nella realtà. Al nuovo mercato mondiale, occorrono consumatori fatti con lo stampino, uguali uno all’altro, intercambiabili: è una questione di efficienza, e l’efficienza è l’unica regola del capitalismo globale. [. . .]” –Alessandro Gnocchi, “L’Inferno di Pasolini,” Insula Europea (October 24, 2021)
Read the rest of Alessandro Gnocchi’s discussion of La Divina Mimesis here.
Read a selection (“Canto VII”), translated into English by Bruce Merry, in the London Magazine’s Archives.
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