“In collaborazione con Kooness.com e Arte Generali, ‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’ è la grande mostra pubblica disseminata nel Parco di CityLife. Organizzata nell’ambito delle celebrazioni dantesche, gli artisti presenti si sono confrontati con i temi di esilito, invenzione e linguaggio.
“Riflessioni semiserie da dantedì ovvero la lezione di Beatrice”, Antonella Valoroso (2021)
“Mentre tramonta il sole sul dantedì2021, in quella che per Dante è ‘’l’ora che volge il disìo’, mi viene in mente che, nonostante il mio ininterrotto amore per il divino poeta, non ho mai provato a pensare a Dante in una prospettiva femminista. Ed ecco che TRE riflessioni si accavallano e si intrecciano l’una all’altra, proprio come i versi delle terzine della Commedia.
“Riflessione numero uno, ispirata dalle illustrazioni dell’Inferno di Gustave Doré. Riflessione numero due, ispirata dal dipinto ‘Francesca di Rimini nell’inferno dantesco’ di Nicola Monti, recentemente acquisito dalla Galleria degli Uffizi. Riflessione numero tre, ispirata dai versi 7-12 del XVII canto del Paradiso.
“Buon dantedì (e e ogni altro giorno) a tutte le donne e a tutti gli uomini che non hanno paura di dare voce propri pensieri e al proprio disìo!” [. . .] –Antonella Valoroso, Corriere, March 27, 2021 (retrieved April 11, 2022)
To read Valoroso’s full reflections, visit the full article here.
“San Valentino, cade un taboo: Dante e Beatrice si baciano”
“Dopo oltre 700 anni dalla nascita del loro amore, Dante e Beatrice cederanno alla tentazione e si lasceranno travolgere dalla passione facendo cadere tutti i taboo del dolce stilnovo. Un bacio, vero, per festeggiare tutti gli innamorati e promuovere la cultura. E per farlo hanno scelto il week end di San Valentino e due location d’eccezione: le grotte dell’Angelo di Pertosa (SA), le uniche in Europa a essere attraversate da un fiume navigabile, e la Certosa di San Lorenzo Padula (SA), complesso monastico tra i più grandi del vecchio continente, entrambe nominate patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, dove da anni vanno in scena i celebri spettacoli L’Inferno e Il Purgatorio di Dante.
“‘E’ un omaggio a tutti gli innamorati attraverso una coppia simbolo della letteratura italiana – dichiara Domenico Maria Corrado, regista e ideatore degli spettacoli – Un’iniziativa per certi versi provocatoria, ma che in realtà vuole rendere più accattivante la cultura celebrando l’amore. Dai tempi di Dante ad oggi molte cose sono mutate e quindi anche la cultura deve sperimentare nuove strade.'” [. . .] —Italia Chiama Italia.It, February 7, 2013 (retrieved April 8, 2022)
Commedia-Inspired Renaissance Paintings?
This review was written in reference to Martin Kemp’s examinations of John Took’s Dante. For more analysis, read the full article here.
“Kemp’s idea is to set up a paragone, comparing, on the one hand, Dante’s scientific and metaphorical/theological understanding of light and sight in the Divine Comedy (1308–21), especially in Paradiso, to, on the other, renderings of divine light in Italian Renaissance and Baroque painting. He opens with a scholarly survey of late medieval natural science accounts of optics and of light (noting in particular the widely accepted theories of the late 10th-/early 11th-century mathematician Ibn al-Haytham, known as Alhazan), before laying out what he understands of Dante’s knowledge of, and interest in, this topic, which he terms the poet’s ‘dazzle’—the failure of sight when confronted with the splendore (blinding light) of Empyrean Heaven.
[. . .] “Kemp makes periodic disclaimers throughout the book that it is impossible to cite documented or obvious connections between Dante’s light and works of art (except for illuminated or illustrated editions of the Commedia) but, to avoid cutting the ground from under his own feet, he makes a Roger-Fry swerve: the viewer will need a special sensitivity to see the ‘Dantesque’ as Kemp does. ‘The more general and less discernible diaspora [of Dante’s divine light] is something that can be sensed as a common factor as we pass from one scheme of decoration to another. This is not a matter of firm historical demonstration so much as the deployment of visual and poetic instinct.’ Kemp is insistent, pounding away with Maslow’s hammer throughout, that it is Dante’s divine light that appears in all the works he cites. It must be said that, in the paragone he proposes, it is not a question of attributable sources that is the problem; it is the category failure of comparing poetry with painting, apples with pears. Ultimately, Dante himself says that the only possible answer to ‘Who does divine light best?’ has to be God Himself, lux eterna.” –Donald Lee, The Art Newspaper, July 2, 2021
Nell Gifford, By the Love that Moves the Sun and Other Stars (2019)
Nell Gifford, By the Love that Moves the Sun and Other Stars, acrylic ink on paper.
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