“Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha detto di recente che Dante è ‘il fondatore del pensiero di destra nel nostro Paese’. Non sorprende, dato che spesso la politica prende la via della polemica, che questa affermazione, nata per polemizzare, sia finita al centro di un dibattito che si è sforzato di verificare o falsificare se davvero ‘quella visione dell’umano, della persona, delle relazioni interpersonali che troviamo in Dante Alighieri, ma anche la sua costruzione politica che è in saggi diversi dalla Divina Commedia, sia profondamente di destra’.
“Come si è sottolineato da più parti, è assurdo misurare con parametri contemporanei la visione politica di Dante, che non prevedeva categorie come la destra o la sinistra, ma ne aveva storicamente altre: i conflitti che contavano per lui erano quelli tra Guelfi e Ghibellini, tra Guelfi Bianchi e Neri, tra Chiesa ed Impero, tra monarchie come quella Angioina e quella Aragonese a cui guardava con mai celato sospetto. Tutte categorie che hanno in comune con quelle moderne di destra e di sinistra forse solo l’altrettanto spiccata fluidità nella pratica politica.
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“Chi scrive poesia, in fondo, pensa al mondo sempre in termini di linguaggio. E sul linguaggio, su che cosa sia e a che cosa serva la lingua che parliamo e che scriviamo, ci sono idee di lungo periodo che possono, quelle sì, essere considerate di destra o di sinistra. Non è un caso, infatti, che spesso chi ha eletto Dante a nume tutelare di un pensiero di destra, facendone il campione di una visione individualista e nazionalista dell’esistenza, lo abbia fatto associandogli il titolo di padre della lingua italiana e profeta della patria – la Nazione con la lettera maiuscola che si trova nelle parole del ministro Sangiuliano.” — Simone Marchesi, Akash Kumar, “Dante fondatore del pensiero di destra? Quante fandonie,” Left, January 19, 2023.