Scholars Marco Grimaldi and Milena Russo have argued that Dante’s works—especially his depiction of Cavalcante de’ Cavalcanti in Inferno 10—played pivotal role in the political philosophy of Italian Marxist Antonio Gramsci. Grimaldi and Russo gathered Gramsci’s Dante-related works in their edited collection Il canto decimo dell’inferno e altri scritti su Dante, published by Castelvecchi in 2021, the year of the seventh centenary of Dante’s death.
From the publisher’s website: “Dante è al centro degli interessi di Gramsci fin dall’inizio della scrittura dei Quaderni del carcere. La Commedia è uno dei libri richiesti subito dopo l’arresto; è dantesco uno degli «argomenti principali»; Dante è spesso associato a Machiavelli come rappresentante della corrente laica della letteratura italiana; la penultima nota è una riflessione sulla «quistione della lingua» a partire dal De vulgari. Ma all’interno dell’opera di Gramsci è possibile individuare un nucleo più definito che ruota attorno al canto decimo dell’Inferno e a Cavalcante Cavalcanti, padre di Guido, che prende avvio da uno scritto del 1918 e si concretizza in una sezione del Quaderno IV e in un gruppo di lettere. In tutte queste pagine – che qui si raccolgono – Gramsci usa Dante per riflettere su alcuni dei temi fondamentali dei Quaderni: il rapporto tra poesia e struttura, il ruolo degli intellettuali, la ‘popolarità’ della letteratura italiana.” —Castelvecchi Editore